Dispetto #18 – Il musicista rancoroso
“Per poter vivere di musica in Italia serve saper far musica”.
Solitamente utilizzo questa frase per due motivi: il primo è che lo penso, il secondo è stanare i musicisti rancorosi. Quest’ultimi sono una categoria particolare di cui sono pieni i tatuatori di chiavi di sol.
Come diceva un famoso spot degli anni 90, se li conosci li eviti.

Come dice il buon Max Allegri ripete spesso che nella vita ci sono le categorie.
Così tra musicisti, ci sono quelli che riusciranno e quelli che non riusciranno mai. Tra questi ultimi si annidano i musicisti rancorosi.
Questo tipo di persona ha tre convinzioni:
- essere il migliore
- non avere avuto il treno giusto
- se stesso, troppo
L’habitat perfetto del musicista rancoroso è una sottocategoria di quelli che non riusciranno mai: quelli che non l’hanno ancora capito.
Il nostro vive principalmente in una sala prove da dove si fa selfie con la saturazione al massimo, grafiche in word art e prova le sue canzoni già depositate in Siae per la paura di non farsi rubare la sua arte.
I luoghi dove si esibisce questo musicista sono 2: il locale dell’amico del cugino e i concorsi musciali.
Nel primo luogo il pubblico è formato da gli amici del cantante, i colleghi di lavoro del batterista, i cugini e le fidanzate dei cugini del chitarrista. Il bassista come sempre non se lo caga nessuno.
Finito il concerto il nostro embrione di rancore sente di poter vivere di musica ed essere erede di Modugno, altrettanto ugualmente e perché no, più bravo. (cit)
In questo humus di inconsapevolezza l’embrione del rancore trova il suo nutrimento.
Un baco da rabbia pronto a diventare una farfalla da combattimento appena il nostro eroe affronta il mondo esterno, nel concorso musicale.
Eugenio in Via Di Gioia e i Pinguini Tattici Nucleari hanno dedicato delle canzoni alle loro esperienze nei concorsi musicali.
Il nostro andrà spesso incontro ad una sconfitta rivendicando però il suo status di “primo dei non raccomandati“.
Dato che il locale dell’amico del cugino non può ospitarli sempre, tipo i Beatles al Cavern, il nostro si troverà sempre più spesso in concorsi musicali, alimentando ogni volta il suo livore verso i vincitori, sino a diventare un MusicistaRancoroso.
Si tatuerà la chiave di Sol, di ogni cantante dirà che dopo il demo bootleg registrato in cantina nel 1971 è diventato troppo commerciale.
Anche io nel 2016 ho detto un paio di volte la frase: “Quello fa successo perché ha i santi in Paradiso”, alla terza decisi che sarebbe stato meglio prendersi una pausa dalla musica suonata. Credo sia stato il momento in cui ho realizzato di non poter vivere di musica.
Decisi di dare una mano nell’organizzazione di concerti ad #hashtag., una struttura di eventi a Bergamo, un mondo nuovo, dove tutto era più professionale.
Mi dimenticai per un po’ del mondo fatto dai musicisti rancorosi.
Tornai alla realta un giorno di agosto 2018 ad Ancona.
Sono in una vacanza al risparmio in un AirB&B per poi permettermi un grande Capodanno a New York. Mentre aspetto il mio turno per fare la doccia scrollo senza troppa voglia i social.
Noto il post di una ragazza che suona con un gruppo di amici. Chiede di poter fare recensioni positive alla sua attività di Industrial Designer perché un tizio con cui loro avevano avuto una bega per un concerto l’aveva riempita di recensioni negative.
Decido allora di dare il mio aiuto e mettere la mia recensione positiva, poi vado a recuperare un vecchio post su un gruppo Facebook di musicisti, dove questo evidente MuscistaRancoroso aveva raccontato l’alterco e di cui all’epoca me ne ero fregato.
In pratica l’oggetto del contendere era questo: la band dei miei amici assieme ad un’altra all’ultimo decide di non partecipare ad un concerto in provincia di Milano, così di 4 band che dovevano suonare ne restano solo 2.
La serata si tiene lo stesso e va malino ma il gestore del locale decide di pagare il pattuito. Evviva il gestore, morte alle band bidonare.
Preso da un misto di stupidità e fiducia nell’essere umano decido di commentare il suo post.
Scrivo in maniera pacata che l’affluenza della serata non era certo dovuta all’assenza dei miei amici, l’evento ufficiale della serata contava 10 parteciperò, di cui 6 di persone residenti all’estero. Sarebbe stato facile prevederne l’andamento.
Concludo facendo notare come non sarebbe stato certo un concerto a Locate Triulzi a cambiare le sorti del suo sogno di vivere di musica, mentre infangare il lavoro di una persona solo per ripicca era un atto spregevole.
Convinto di aver fatto la mia buona azione e pacificato il mondo attendo solo un grazie per chiuderla.
Sorprendentemente in risposta ricevo una serie di insulti sino al 34° grado di parentela, l’appellativo di promoter fallito e la rivelazione che mia (ex) moglie non sta facendo la doccia ma si sta divertendo con una squadra di rugby amazzone .
Il MusicistaRancoroso mi dice quanto lui sia importante nella musica e che il concerto di Locate Triulzi era fondamentale per la sua immagine.
Provo a farlo ragionare di nuovo e ricevo altre rivelazioni: la squadra amazzone di rugby nel frattempo si è data il cambio con certi immigrati amici nostri, gli insulti arrivano al 58° grado di parentela, io continuo ad essere un promoter fallito, ma perché non capisco niente di musica.
Decido di spendere qualche altro commento per difendere i miei amici. Niente. Diventa una gara di insulti tra il MusicistaRancoroso e tutti gli altri.
Mi torna in mente una massima del mio amico Robby: “Facebook è il luogo dove litighi con persone di cui altrimenti non ti frega un ca**o”.
Mollo la presa. Vado a farmi la doccia, perché anche se al risparmio sono pur sempre in vacanza.
Nei giorni seguenti ricevo dei dislike su vecchi video di YouTube, commenti con prese in giro ai miei pezzi, recensioni negative sulle mie pagine social.
Ho i miei primi haters ufficiali, mi sento in qualche modo uno che ce l’ha fatta.
Una tizia promette di inviarmi le foto delle tette se metto like alla pagina della band del MusicistaRancoroso. Evento che metto nelle richieste sessualmente esplicite ricevute della rockstar, di cui ormai faccio parte.
Il rancoroso poi alla fine è stato denunciato da tutto il gruppo Facebook per le sue uscite. Non so come sia andata a finire, nel caso questo articolo vale come prova, Vostro Onore?
Se ti è piaciuto questo articolo condividilo sui tuoi social e impedisci a qualcuno di diventare un musicista rancoroso solo perché ha fallito l’obiettivo di vivere di musica.
Paolo da Barletta says:
Grande Giò, questo post mi ha fatto venire in mente che tra qualche giorno inizia il Festival di Sanremo e non so perché quando si parla di Musicista Rancoroso mi viene in mente Bugo!!!=D
Forza MASSIMO RANIERI!!!
giofattoruso says:
Il mio preferito per Sanremo sarà Truppi, però Massimo Ranieri lo vorrei presidente della repubblica