Ti voglio bene come amico

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Dispetto #5 – La friendzone

“Ti voglio bene come amico”, un ritornello costante dalla mia adolescenza. Non so come fosse prima di Max Pezzali, se le ragazze avessero altre scuse per dare picche ad un ragazzo. Scusa, ho detto picche, ma adesso si chiama friendzone.

La friendzone

Ho cercato in tutti i modi di evitare di sentirmi dire quella frase, ho iniziato a dichiararmi alle ragazze solo dopo aver capito di essere ricambiato. 
Ho fallito miseramente, ricevendo più friendzone che multe per divieto di sosta. Ovviamente non è tutta colpa mia, ma del fatto che noi ragazzi pensiamo sempre che un sorriso equivalga ad un “Ti va di salire da me stasera, sono già nuda”
Di tutte queste friendzone una mi è particolarmente piaciuta riceverla. Lei si chiamava (e si chiama) Chiara (nome totalmente di fantasia).

Avevo conosciuto Chiara a scuola, lei aveva 2 anni meno di me. Più che altro sapeamo dell’esistenza uno dell’altra e nei corridoi ci scambiavamo timidi saluti.
Poi, per uno strano caso del destino, ci siamo ritrovati a scuola guida abbiamo iniziato a parlarci, scambiarci i numeri di telefono, ogni tanto ad uscire assieme. Una cosa senza impegno, ma lei era veramente bella. E sorrideva spesso.

Era l’estate del 2005, l’estate Campovolo, dei miei vent’anni a bordo della PandaBlu, di quando avrei voluto andare a vivere a Bologna. 
Era l’estate dove per la prima volta avevo un lavoro, uno stipendio e delle ferie. Avevo tutto e la sensazione di una vita che potesse andare solo ed esclusivamente dove volessi io. Io volevo andasse da Chiara.

Tornati dalle ferie ricordo che per prima cosa le scrissi dicendo “Ci sono i Negrita, andiamo?” e lei: “Ci sarei dovuta andare con un’altra compagnia, ma preferisco andarci con te”. Quella mi sembrò una chiara dichiarazione di intenti.
In auto e mi raccontò del ragazzo conosciuto al mare e che viveva a Modena, lo faceva solo per vedere la mia reazione. Era evidente.
Io fui glaciale, anzi mi offrii di accompagnarla in Emilia Romagna per rivederlo. D’altronde si sa nessuno si ricorda del tipo del mare, ma tutti si ricordano di quello che ti ci ha riportato dopo che sei tornata.

Partimmo un venerdì mattina di fine agosto. 
Io dissi ai miei che andavo a cercare lavoro e casa a Bologna, lei ai suoi che veniva nella mia casa al lido degli estensi a Ferrara. Stavamo mentendo alle nostre famiglie per fare una cosa assieme, eravamo complici, già legati l’uno all’altra.

Arrivati al casello fu una sorta di scambio degli ostaggi, io la lasciai lì e me ne andai per la mia strada, senza dare importanza al fatto di non vederla e sentirla per un giorno intero. Così avrebbe sentito di più la mia mancanza.
Percorrevo la via Emilia come se fosse la route 66 a bordo della mia PandaBlu. Bologna, Modena, Novellara, Correggio.
Mi sentivo un po’ un personaggio di un libro di Tondelli, un po’ in una canzone di Guccini. Cercavo l’America che avevo letto nei libri di Kerouac e ogni tanto pensavo a lei, che certo era con un altro, ma stava sicuramente pensando a me.

La settimana dopo venne con me a Verona per il mio compleanno. Ricordo su Ponte Pietra un momento molto bello e romantico, dove lei mi confidò: “Ho paura di essere incinta di quello” e io capii che tra l righe mi stava dicendo “Questo figlio sarà tuo, io e te lo cresceremo assieme perché sei l’uomo della mia vita e voglio solo te”. Non era incinta. Però l’intento restava.

Viste le sue ripetute ed evidenti dichiarazioni tra le righe nei miei confronti decisi di dichiararmi. 

Lo feci nel modo più improbabile, le scrissi una lettera. Anche se il suo paese era a 4 km dal mio, decisi per questa soluzione, perché era la più romantica. 

Il senso della lettera era “Mi piaci, vorrei essere il tuo ragazzo e spero che questo non rovini il nostro rapporto, anche se so che probabilmente adesso non usciremo più insieme”. 
Francobollo e via. Aspettai un paio di giorni un suo messaggio. Arrivò. “Non voglio essere la tua ragazza, però vorrei continuare ad uscire con te”

Dire che fosse follemente innamorata di me mi pare anche ovvio e scontato, solo me lo stava nascondendo per verificare il mio sentimento.

Abbiamo continuato ad uscire da settembre a gennaio. Ci furono dei momenti bellissimi, avevamo la regola di non rifare mai due volte la stessa cosa. Eravamo sempre alla ricerca di nuovi bar.

Volevamo che tutto fosse sempre nuovo e non capivamo che a rendere tutto bello eravamo noi due.

Una volta siamo andati a fare un pupazzo di neve al parco, e abbiamo giovato come due bambini a lanciarci palle di neve.
A Natale mi regalò un profumo e un biglietto “Ti voglio bene, sei un amico speciale”
A Capodanno non eravamo stati insieme ma forse inconsciamente avremmo voluto star soli noi due a mangiare una pizza e guardare un film. Io perché volevo solo stare con lei, lei perché si era annoiata a morte.

Ricordo il suo ultimo messaggio dopo una bellissima giornata a fare del NON-shopping “è per giornate come questa che non voglio sia l’ultima volta che ci vediamo”. 

Un giorno lei mi disse che aveva visto un bel ragazzo e ci sarebbe uscita. Io pensavo che quello fosse solo l’esame finale per vedere se io fossi geloso oppure le avrei lasciato la libertà sacrosanta che l’amore della tua vita deve darti.

Quella fu l’ultima volta che uscimmo assieme, lei mi disse che lui le piaceva davvero. Ovviamente disse “Ti voglio bene come amico”.
Io semplicemente dissi “Ok”, sapendo che lei avrebbe amato tantissimo questa mia capacità di farmi da parte.

Sono onesto, non ci rimasi male, forse solo un po’. 
Avevo 20 anni, era il 2006, l’estate dopo l’Italia avrebbe vinto i mondiali, la Juve andava da Dio e il centrosinistra aveva appena vinto le elezioni. Per me era l’inizio di una grande vita. La sua.
Due mesi dopo la Juve era in B e Berlusconi tornò presto al governo. Poi ci fu la crisi del 2008, 2011. Io non lo sapevo ed ero felice. 

Vuoi sapere lei che fine ha fatto? L’ho rivista sui social, mi ha ispirato una canzone, ed ogni volta che le succede qualcosa di bello io sono onestamente felice. 

Tu invece? Hai avuto una bella storia mai andata in porto da raccontare? Non tutte le Friendzone vengono per nuocere, no?

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3 thoughts on “Ti voglio bene come amico

  • Non ricordo bene quale programma televisivo parlasse "dell'effetto WOW", credo fosse un programma di cucina.
    Questo post per me è da effetto WOW!!! La tua storia è sicuramente interessante, spero che la mia sia all'altezza, ma penso lo sia.

    Una storia di amicizia molto bella la mia, nata con la frequentazione di questa ragazza conosciuta in quanto fidanzata di un mio caro (ormai ex) amico. Questa amicizia è durata veramente poco, circa 4-5 anni credo, con una friendzone che man mano il tempo passasse si allargava diventava più forte e stringente, una zone dalla quale era impossibile uscire, se hai un carattere timido come il mio. Iniziammo ad uscire un pò assieme, alcune volte in compagnia anche di una sua altra amica, subito dopo che si lasciò con questo mio ex-amico (tengo a precisare che la mia frequentazione con lei non mi fece perdere l'amicizia con lui, ma furono eventi più recenti che hanno causato la rottura).

    Con questa amica abbiamo fatto veramente di tutto assieme, abbiamo studiato assieme per gli esami universitari tutti i giorni in biblioteca per qualche ANNO, siamo usciti quasi tutti i sabati sera assieme spesso solo io e lei(pagavo naturalmente sempre io perchè volevo essere gentile), gite, cene e tanto altro…
    Mi allineava anche sulle storie di amore che aveva (io speravo sempre si lasciasse), sui rapporti sessuali che aveva e tutto il contorno amoroso diciamo. Io soffrivo sempre come un cane quando ne parlava.
    Ho provato a chiudere l'amicizia molte volte, cancellando il suo numero di cellulare per esempio, ma in realtà le volevo veramente molto bene (era inutile cancellarlo, lo ricordo ancora a memoria). Fortunatamente un incontro combinato mi ha fatto conoscere una ragazza, questa ragazza è diventata mia moglie e ora anche madre di mio figlio. Mi ha fatto capire, forse anche per gelosia femminile, la situazione tossica in cui mi trovavo. Non ci siamo più visti ma le voglio ancora bene e le auguro sempre il meglio per il suo futuro.

    Faccio un appunto: il dispetto#6 – IL PATRIARCATO, è un pò depressivo a mio avviso, ti vorrei più forte e sicuro di te! Forza GIO'

    Finisco qui il mio commento,(non l'ho riletto) continuo a fare scalping, anche se non mi riesce molto bene, sto solo perdendo soldi!

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