ti va di prendere un caffé

Ti va di prendere un caffè?

Tempo di Lettura: 4 minuti

Dispetto #31 – Rompere il ghiaccio

L’ho già detto in tante salse, ma con l’altro sesso sono veramente un imbranato, tanto da non sapere spesso cosa dire.
La parte più difficile per me è rompere il ghiaccio.
Con il tempo e grazie anche all’improvvisazione teatrale sono un po’ migliorato, anche se alcune cose mi spiazzano sempre.
Non più di un paio di settimane fa, in un locale, al limite dello sbronzo ho visto una ragazza e candidamente le ho detto “Sei bellissima”, lei mi ha risposto “Anche tu”. Io non ho saputo come andare avanti, voglio credere che il suo intento fosse quello.
Solitamente sono più delicato e la mia frase per rompere il ghiaccio è “Ti va di prendere un caffè?” (o mangiare tante caramelle cit.)

ti va di prendere un caffè
Ti va di prendere un caffè?

In questo periodo viviamo tutti il problema della prima frase. Speriamo che una faccina con i cuori (la fiamme o il 100) come reaction ad una stories sia un buon modo, poi lei mette like al messaggio e tutto rimandato alla prossima storia in cui si vede un lembo di pelle.
Su Tinder il problema è ancora maggiore. Dopo il match bisogna trovare qualcosa da dire. S
i va a spiare la bio dell’altra persona e si cerca di essere noiosamente magnetico e intrigante. Solo che poi saltano fuori frasi come: “Sai anche a me piace Samuele Bersani, il mio pezzo preferito è Le cose che abbiamo in comune” o peggio “Ah ti piace il mare? Ti va di venire con me a fare arrampicata?”.

A volte avrei voluto avere anche io un Pablo Neruda che mi aiutasse con la mia Beatrice dicendomi: “Hai già trovato la tua poesia, se ti venisse voglia di scriverla eccoti un quaderno”.
Perché credo di aver bisogno di qualcuno che creda in quello che sto per fare, per prendere coraggio e provarci. Anche solo per dire “Ti va di prendere un caffè?”

Rompere il ghiaccio è davvero un’arte, un talento innato di pochi eletti. Ad un certo punto anche io avrei voluto essere come loro. Iniziai ad andare in giro con un accendino in tasca. Avrei acceso le sigarette alle ragazze che me lo avessero chiesto per strada trovando la scusa per poter iniziare a parlare. Era un piano perfetto.
Il risultato: nessuna sigaretta accesa e accendino dimenticato nella giacca di mia madre. Lei lo scoprì, si arrabbiò pensando io fumassi di nascosto. In punizione per una settimana.

Anni fa, quasi 25 ormai, mi svegliavo molto presto per prendere il pullman e andare a scuola. La fermata più vicina a casa mia era il capolinea e quindi era un luogo molto popolato al mattino presto. Perché il pullman arrivava lì vuoto. C’era più possibilità di trovare posto a sedere.
L’umanità più varia era lì alle 7.10, tra cui alcuni miei amici che avevano scelto una scuola diversa dalla mia.
C’era Fabio che era alto più o meno come me, moro esattamente come me e parlava spesso con me. Spesso ci scambiavano.

Un giorno a Fabio arrivò una lettera, portata da una ragazza della nostra età che era però spesso appartata a parlare con un’altra di un anno più grande.
Quando quella lettera fu recapitata provai un po’ di invidia, perché c’erano delle dichiarazioni d’amore, di un interesse. Onestamente pensai arrivassero da quella ragazza di un anno più grande, che a me un po’ piaceva perché aveva quel non so ché di irresistibile.
Il giorno dopo Fabio mi disse che quella lettera fu un errore, non era per lui. In quel momento nella mia testa ci fu una sentenza “Quella lettera era per me”.

Sarei voluto andare dalla RagazzaNonSoChé e dirle “Senti guarda secondo me ti piaccio e tu piaci a me, amiamoci per tutta la nostra vita”.
Ero molto romanzesco a 15 anni e tendevo ad esagerare un po’ troppo con le parole.
Questa scena è stata perfetta nella mia testa per almeno 4 anni. Tempo in cui io non le sono mai riuscito a dire una parola se non un timido “Ciao” quando incrociavamo lo sguardo.

Finito il tempo dei mezzi pubblici la iniziai a incontrare fuori casa sua, molto vicino alla mia CasaNatia. La vedevo arrivare in auto, la riconoscevo perché aveva un grande adesivo di Fujiko sul cofano posteriore. Allora provavo ad andare nella sua direzione nella speranza di incontrarla, e poi?
Una sera successe davvero di incontrarla. Lei bella, tanto bella e spigliata. Io avevo dimenticato il coraggio nella vita precedente.
Scese dall’auto e mi vide, mi salutò, io ricambiai. Mi chiese cosa stessi facendo a quell’ora in giro.
Avrei dovuto rispondere: “Guarda, a quest’ora sono qui solo per vedere te, perché lo so dai tempi di quella lettera che io ti piaccio e tu mi piaci, quindi dai dimmelo tu, e io sicuramente sarò pronto per essere tuo, solo e soltanto tuo”.
Invece dissi: “Ho perso le chiavi di casa nel sottopassaggio, ma tanto vado sempre in giro con la scorta”

Con questa introduzione andò avanti la nostra conversazione con me sul sedile della sua auto, lontanissimo da lei, quasi rannicchiato e tremolante di paura, lei che provò invano ad avere una discussione quasi normale e poi arrendersi e dire: “Dai vai a cercare le chiavi, magari ci vediamo”. Il protagonista di BandSlam nella scena del bacio fu molto più sciolto di me.

Crescendo la RagazzaNonSoChé diventava sempre più bella e lavorava in un negozio di abbigliamento in centro città.
Io ci andavo solo ed esclusivamente per incontrarla. Sperando di trovarla a fine turno e poi uscire con lei raccontarci quanto ci piacessimo a vicenda e scappare da quella città così grigia.
Sarebbe davvero bastato dire “Ti va di prendere un caffè?”, eppure ogni volta la vedevo e rimanevo bloccato. Come se tutte le parole mi restassero dentro. L’unico suono che potevo emettere era il battere dei miei denti tremolanti.

Non riuscii ad invitarla mai neanche con i social network, anche perché ormai la vita ci aveva portato altrove, ma lei resterà sempre la RagazzaNonSoChé a cui non sono mai riuscito ad offrire neanche caffè.
Una volta però scherzando mi ha chiamato FlirtAdolescenziale, quindi era chiaro: io le piacevo. Se solo avessi saputo cosa dire avrei potuto anche dimostrarlo. Invece questo amore resta vero come il Cacao Meravigliao.

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5 thoughts on “Ti va di prendere un caffè?

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