speriamo lei non se ne accorga

Speriamo lei non se ne accorga

Tempo di Lettura: 4 minuti

Dispetto #39 – Sexsomnia

Attualmente ho dichiarato di stare bene,m. Non dovrei lamentarmi di nulla.
Eppure se le superstar come Brad Pitt vivono i loro personalissimi drammi nonostante sembrino apparentemente felici, anche io posso dire di avere delle cose che mi mancano.
Mi manca molto dormire con una persona, svegliarmi al mattino avere qualcuno a cui preparare la colazione, o farmi coccolare perché non ci va di alzarci.
A volte è bello dormire di schiena – citando Coez, ma sapere che dell’altro lato c’è qualcuno a cui vuoi bene.
Purtroppo per me ho scoperto di soffrire di una sorta di sonnambulismo sessuale nota come sexsomnia e a volte mi è capitato e pensare di tradire la persona con cui stavo facendo l’amore e dire:“Speriamo lei non se ne accorga”.
Per questo dormire con qualcun altro è molto complicato per me.

Speriamo lei non se ne accorga

Avevo circa 12 anni. Una mattina mi svegliai nel mio letto senza lenzuola, copriletto, coperta e in mutande. Tutto perfettamente piegato accanto al letto.
Di quella notte ricordo solo di essermi rigirato due volte e basta. La mattina seguente vidi tutta la situazione e mi sentii come Tananai quando scoprì di aver stonato a Sanremo. Penso questo sia stato il mio primo episodio di sonnambulismo.

Sono andato a convivere a 28 anni, quindi sino a quell’età non ho mai condiviso un letto con qualcuno per più di una settimana consecutiva. Per questo non ho mai potuto sapere dei miei attacchi di sexsomnia.
Per intenderci a me capita di girarmi dall’altra parte del letto, trovare un corpo, iniziare a dire cose da cinepanettone tipo queste. Se in quella fase chi sta con me a letto mi respinge io torno mogio mogio a dormire. La mattina dopo mi chiederà: “Lo sai cosa hai fatto stanotte?” e io dirò solo “No”.
In caso di mancato respingimento, può essere che allora io prosegua e mi ritrovi a far l’amore con la persona nel mio letto, ma per la prima metà del rapporto – avevo scritto 5 minuti ma mi sembrava troppo ottimistico – io non sono conscio di niente. Nemmeno so con chi sto lo sto facendo.

Per un po’ di tempo ho creduto che questa cosa volesse dire amare di meno la persona con cui stavo. Mi vergognavo di tutto.
Come fai a dire ad una “No scusa guarda, non è che io fossi proprio consenziente. Anche se sono quello che ha cominciato”?
Pensavo che questa cosa di non rendermi conto di chi fosse a letto con me era un torto, una crepa nel sentimento.
All’epoca neanche dottor Google mi sapeva dare risposte, e un ipocondriaco come me – una volta ho persino cercato come guarire dall’ipocondria, stile Giancane – era sperso.

Parlai di questo mio malessere anche al mio psicologo di allora e lui mi disse che era qualcosa a cui la scienza non aveva ancora dato una risposta. Centrava la corteccia frontale, ma più in là non era andato. In effetti era più un discorso neurologico che psicologico.
Fatto sta che alla fine lo cambiai. Per lo stesso motivo per cui Woody Allen cambiò il suo in Manhattan.
(Il mio analista mi aveva detto come sarebbe finita, ma tu eri troppo bella e io ho cambiato analista.)

Certo pensare “speriamo lei non se ne accorga” è brutto quando sei nel pieno di un amplesso. A volte oltre alle frasi da De Sica in Natale sul Nilo mi sale il Cyrano e inizio a parlare di sentimenti.
Così capita di essere a letto e dire quelle cose che dicono i maschi quando sono sono sull’attenti e tutto il sangue è in unico punto del loro corpo, ma le donne lo sanno – citando il poeta – e non ci prendono mai sul serio.
Il problema sorge quando tecnicamente non siamo presi dall’eccitazione ma siamo solo in dormiveglia, loro hanno diritto di usare quello che dici contro di te.
Vorrei dire che per me quella è una fase in cui potrei giurare fedeltà eterna a Gnappetta di Fantazoo – cosa che per altro andrebbe fatta – o dire al calorifero che è la persona migliore del mondo.

Con attenuanti del genere qualsiasi cosa io abbia detto o fatto dovrebbe essere prescritta. Tolta completamente dagli avvenimenti di questo universo e traslata in quello parallelo degli sbagli con colpa.
Anche se non è totalmente uno sbaglio io sento di non poter rispondere delle mie parole, ancora prima delle azioni, visto che soffro di sonnambulismo sessuale.

Poco tempo fa, quando stavo già con la ragazza arrivata dopo ExMoglie, eravamo entrambi impauriti di distruggere un rapporto nato fragile.
Diciamo che il Woody Allen in me aveva lasciato l’analista proprio per quelle frasi tipo “Guarda che all’inizio è tutto fantastico, sesso incredibile, lei bellissima. Però poi queste cose vanno scemando”. Io pensavo “Ti sto pagando per darmi ragione, dimmi che sto facendo bene”. Non lo fece, io lo cambiai.
La storia finì esattamente come quella tra Isaac e Mary, ne parleremo, not today (cit.).

In quella storia, ricordo che ad un certo punto eravamo ad un empasse sentimentale. Come se volessimo dirci “Ti amo” per la prima volta ma nessuno dei due lo stava facendo.
Era tutto molto difficile, o forse ce lo stavamo rendendo noi così complicato, non lo so, e io ora voglio scrivere un articolo mica fa psicoterapia, parafrasando ZeroCalcare.
Nessuno dei due voleva fare quel passo. Lei aspettava me, io aspettavo lei. Uno stallo alla messicana in cui ci puntavamo le pistole da soli.

Una sera a letto, mi girai verso QuellaCheLoPsicologoSconsiglia e iniziai a baciarla, ripetendo compulsivamente la frase “Sei bellissima”. Ovviamente lei stava dormendo e io così la svegliai.
Alla decima feci una variazione sul tema: “Dico sei bellissima ogni volta che vorrei dirti Ti amo”.

Signori della corte, vostro Onore e polizia dell’Internet non giudicatemi. Tranne come io abbia fatto a girarmi e partire poi ricordo tutto, quindi vorrei che il romanticismo di quel momento non venga distrutto da questo racconto. In quel momento nella mia testa c’era “Io non amo questa ragazza che non so chi sia amo QuellaCheLoPsicologoSconsiglia, dovrei dirglielo”. Lo avevo appena fatto.

Il giorno dopo in auto lei mi chiese: “Ti ricordi cosa mi hai detto stanotte?”. La risposta ovviamente fu “Sì”.
Disse “anche io”.
Ero salvo.
Però se qualcosa fosse andato storto avrei sempre potuto appellarmi al mio sonnambulismo sentimentale (oltre che sessuale).

Ora sapete uno dei miei segreti. Non vi chiedo di condividere i vostri, potete condividere questo articolo, e magari un vostro amico o amica con lo stesso disturbo del sonno si sentirà per un attimo meno solo.

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