Dispetto #42 – La fine di un amore
L’altro giorno in un attacco di autoerotismo letterario ho riletto alcuni articoli che ho scritto. Non quelli di questo blog, ma quelli usciti su thegiornale.it, un blog su cui ogni tanto pubblico qualche cosa anche io.
Mi è piaciuto molto rileggere che personaggio di Holly e Benji sei?, ma poi mi sono imbattuto in uno dove raccontavo 5 pezzi che nel 2022 compiono 30 anni.
Il primo di quei cinque brani era Why di Annie Lennox, una canzone che mi ha segnato molto. Una canzone dove ti chiedi tanti perché, il primo dei quali è perché ci siamo lasciati?

Ammetto di avere un problema – mio padre direbbe “Solo uno? Ottimista” – con la nostalgia e le storie d’amore.
Molto spesso lascio e poi mi pento. Credo di avere avuto una seconda occasione con tutte le ragazze con cui sono stato. Tranne con Lei e con ExMoglie.
Ho sempre recitato la parte di quello che lascia, per poi prendermi in spalla tutti i sensi di colpa del mondo. Un sentimento, il senso di colpa, che si sa, è più forte dell’amore. Non per niente ci si fondano le religioni.
Il pensiero “che era il nostro biglietto della lotteria e poi di colpo è volato via” – citando il Peyote -, che quando si stava insieme si stava bene nonostante tutto, anche se non si era abbastanza lucidi da capirlo. Sono tutte elucubrazioni che si fanno e si pensa di poter avere una nuova possibilità assieme.
Ci sono persone che monetizzano, e fanno bene, con corsi su come riconquistare le proprie ex. Puntando su questo bisogno che abbiamo di tornare dove per un po’ siamo stati bene.
A volte per dimenticare una persona ho cercato di fare da solo cose che prima avrei fatto con lei. Guardare l’ultima puntata di una serie, solo per togliere importanza a quella ragazza, per non pensare di dover rinunciare a qualcosa solo perché non si è più in coppia.
Ho fatto anche cose stupide tipo comprare un mattarello e una spianatoia pensando che “prima o poi tornerà e faremo la pasta fatta in casa assieme”.
Sicuramente dopo tanto tempo ci si dimentica del perché ci sia stata una rottura, e si ricorda solo il bello.
Questo succede soprattutto quando perdi i rapporti con l’altra persona.
Capita a me verso le altre, non so se sia una legge universale e ammetto di essere stato spesso tentato di andare a chiedere se anche a loro la domanda “Perché ci siamo lasciati?” le avesse perseguitate come a me.
Non lo faccio, perché dato che sono della vergine, farei come Sheldon davanti ad una porta chiusa. Non smetterei di chiedere sino a quando non mi si dice “Perché hai rotto il ca**o”.
Anche in questo caso Ligabue mi ha rovinato. Perché L’amore conta è una di quelle canzoni che mi piacciono un mondo e mi piace pensare di poter vivere quel momento.
Essere al tavolino di un bar e parlarsi, senza pensare al passato a quello che è stato.
Capire che la nostalgia come dice Blanco non è “E ricordarmi di te solo/Per le scopate che abbiam fatto senza più provare amore”, ma voglia di non perdere i bei momenti passati assieme.
Dopo tanti anni l’unica con cui sono riuscito a vivere queste emozioni, e non poteva e non doveva essere altrimenti, è stata ExMoglie.
Il giorno del nostro divorzio abbiamo passato circa un’ora al tavolo del bar, abbiamo parlato veramente di tutto quello di cui si potesse parlare. Mentre succedeva questo dentro di me pensavo che quando non c’erano scazzi tra di noi eravamo davvero due persone perfette per stare insieme.
Il problema è che gli scazzi succedono.
Quando ci siamo lasciati, ad esempio, ho chiesto di poter tenere io fotografie e il quadro con le nostre promesse. Perché lei aveva detto che li avrebbe buttati, mentre io, anche se non li guardo mai, so che sono lì. So che quella cosa è esistita, mi ha formato, ha fatto parte e farà parte di me.
In passato mi è capitato di stare con una ragazza, lasciarci e poi ritrovarci dopo qualche anno.
Ricordo che quando la ritrovai ero in un periodo particolare della mia vita, non di crisi, ma di passaggio difficile.
Come sempre, ma non sarei figlio della mia generazione, il lavoro era altalenante, la voglia di fare qualcosa di diverso che nemmeno sapevo cosa già ce l’avevo.
In tutto questo sono tornato a sentirla.
Ci eravamo frequentati per qualche mese quando eravamo molto giovani. Lei più giovane e io altezzoso come sempre pensavo non fosse abbastanza matura per me.
Qualche volta le capitava di dire cose che proprio non stavano né in cielo né in terra, ma, ammetto il mio difetto, io tacevo davanti a tali scempiaggini.
Più ancora del contenuto era il tono saccente a indispormi. Perché dava come verità assolute cose di un qualunquismo di fronte alle quali Cetto Laqualunque diventava uno statista.
Purtroppo non riuscivo a trovare il lato comico delle sue opinioni vendute un tanto al kilo. Non certo per questo, ma anche per questo, ci lasciammo.
Come detto, quando ci eravamo tornati a sentire non era un periodo facile. Decidemmo di vederci per un aperitivo in onore dei bei tempi.
Quando arrivò la trovai bellissima, aveva un vestitino colorato, mostrava gambe che quando stava con me aveva sempre nascosto dentro ai blue jeans.
Gli occhi avevano la capacità di rapirti e tu avresti pagato il riscatto per restare intrappolato a loro.
Con queste premesse seduti al tavolo io avevo dimenticato tutti i motivi per cui ci eravamo lasciati.
Mi ero ripetuto ossessivamente che ero stato immaturo, avrei dovuto portare più pazienza. Perché lei via messaggio era stupenda, mi sembrava di aver ritrovato in un secondo l’alchimia che avevamo quando eravamo assieme. Anche se si sa: via messaggio sono tutti bravi a essere meravigliosi. Io volevo dimenticarmi di questa regola facile.
Dopo circa 20 minuti tutti i motivi per cui ci eravamo lasciati me li ero ricordati tutti. Uno alla volta tornavano a galla. Avrei voluto scappare, ma non potevo.
Sentivo la valanga di verbi e avverbi con quel tono che non mi piaceva arrivarmi addosso.
Annaspavo in quei fiumi di parole esattamente come la protagonista della canzone dei Jalisse (tanto so che sai solo il ritornello e non hai mai ascoltato le strofe)
Ci perdemmo di vista per un po’ dopo quella volta, ma capimmo che era meglio così.
A volte i ritorni di fiamma sono belli e portano cose belle. A me non è mai successo, ma ad altri sì. Beati loro.
Tu hai avuto ritorni di fiamma? Dillo nei commenti
Lara says:
Anche io ho il tuo stesso problema (tra i vari), ma ho anche un ottima dote che parzialmente lo risolve: lasciando che il tempo si prenda il suo tempo io poi non mi ricordo quasi più un ca**o 😉
giofattoruso says:
Allora io ho anche un altro problema, mi ricordo praticamente tutto anche a distanza di anni.
Maledetto me!
Santa Beata says:
Concordo con Fattoruso senior: di problemi non ne hai solo uno!!!
giofattoruso says:
Come dar torto a Gigi, in effetti