Dispetto #70 – Le occasioni perse
Anche questa settimana sul mio profilo IG ho proposto un sondaggio. Le tre alternative erano: quando ho licenziato una baby sitter a 7 anni, la mia attuale situazione sentimentale, le occasioni perse.
Convinto vincesse facile la seconda ho subito detto che era uno specchietto per le allodole, non ne avrei comunque parlato. Anche perché la mia attuale situazione sentimentale dipende da quando leggerai queste righe. Quindi scrivimi, usciamo e te ne parlo.
Convinto di scrivere della mia carriera da Briatore junior che dice “Sei fuori” alla baby sitter, invece ha vinto la terza alternativa. Le occasioni perse, o per meglio dire, capire che ogni lasciata è persa.

Ho già parlato delle volte in cui ho vissuto di rimpianti per cose che non sono andate come volevo.
Però in quei casi erano situazioni, sliding doors della vita, in cui mi sono lasciato trasportare dagli eventi. Qui parlo delle volte, soprattutto con le ragazze, in cui ho detto un no per pentirmene esattamente un attimo dopo.
Sentendomi Homer Simpson che urla un “D’oh”.
Mi è capitato, anni fa, mentre avevo una storia, di ricevere avances molto esplicite da un’altra ragazza. La cosa sembra assurda: due ragazze contemporaneamente interessate a me sotto l’aspetto sessuale. “Clamoroso al Cibali”, direbbe qualcuno.
Un giorno mi chiese di farle un favore. In cambio dei miei servizi mi propose di parlare di sesso. O sesso orale, che dir si voglia.
Non sapevo come gestire la situazione: da una parte il mio ego veniva coccolato perché stavo ricevendo le attenzioni di una ragazza oggettivamente bella, dall’altra ero già impegnato. Decisi che per evitarmi problemi sarei andato a fare quel favore con la ragazza con cui stavo.
Come portare la criptonite a Superman.
La ragazza a cui stavo facendo il favore non la prese bene, si arrabbiò molto, ma io potevo tranquillamente dire di aver fatto la cosa giusta.
Anche se molte volte mi sono sentito come il conte Mascetti al tavolo del Bar quando racconta del tradimento della Titti, ogni tanto ho pensato: “Sarei potuto andare da solo quella volta”.
Nel periodo in cui stavo con FidanzataTimida, ci fu un’occasione in cui avrei potuto baciare un’altra (ndr:viene davvero da pensare che quando sei solo nessuno ti caga e quando sei fidanzato sono tutte lì: non è così, racconto due casi perché due ne sono successi in quasi 40 anni).
Ricordo perfettamente noi due, in corridoio, io che tremavo come una foglia. Tremavo come se ci fossero -15°.
Tremavo perché era una cosa sbagliata da fare. Lei capendo che non l’avrei mai baciata tornò in camera, in quel momento pensai “Ora come nei film la prendo e la bacio”. Che senso ha PiccoloStupidoGio? Non l’hai baciata dopo essere stati ad un centimetro di distanza e la vuoi baciare ora?
Tornato single, nei mesi successivi le scrissi, la cercai, volevo uscire con lei, ma niente. Lei non ne volle mai più sapere.
Come insegna l’improvvisazione vale solo il “Qui e ora”.
C’è stata però una volta, molto recente, in cui tornando a casa mi sono sentito veramente un coglione. Immaginavo un me seduto sul sedile lato passeggero applaudire e dire: “Bravo GrandeStupidoGio, bravo. Tu si che sai fare la cosa giusta. Davvero encomiabile”.
Mi sentivo il re degli idioti.
Così idiota che mandai un messaggio vocale alla mia amica Aly, a cui ricevetti una risposta semplice: “Sei un coglione”.
Insomma, tre indizi fanno una prova, quindi in quel momento ero IL Coglione; non che ora sia migliorato, ma quello penso sia stato il punto apicale di questi ultimi mesi.
Perché avevo rincorso quel momento per tanto tanto tempo.
Non tremavo, non avevo altre ragazze. Solo pensavo non fosse il momento giusto. Perché non c’erano le condizioni giuste per fa sì che qualcosa avvenisse.
Lei mi piaceva tantissimo, avevo passato un mese ad uscire e parlare solo con lei e di lei.
Cercavo ogni secondo libero per star con lei. Scuse tipo “Oh sai, devo struccarmi dal trucco di Halloween, posso farlo a casa tua?” o “Stavo giusto passando qui dalla tua città a soli 50km dalla mia, per purissimo caso: potremmo bere un aperitivo”. La cosa più sincera fu scriverle: “Senti possiamo smetterla di fare il gioco per cui io tutti i giorni cerchi una scusa per scriverti e sdoganiamo il fatto che lo faccia solo perché mi piace parlare con te?”.
Insomma ero – i tempi verbali sono utilizzati perché tutto il blog sembri un lungo ricordo – cotto a puntino.
Quindi immaginatevi amici, lettori o chiunque voi siate: Il GrandeStupidoGio, seduto al tavolo di un sushi, con davanti la RagazzaGiusta, quella sognata, desiderata, voluta. Lei un attimo prima gli aveva detto una frase del tipo: “Io e te insieme non dureremmo 2 mesi, non possiamo star assieme”. Eppure, nonostante questo i nostri protagonisti si ritrovano per gioco o per destino a volersi baciare.
GrandeStupidoGio che dal suo divanetto va su quello di lei, la RagazzaGiusta che si avvicina, in un attimo che sembra eterno, quasi a sfiorarsi le labbra. GSG decide che no. Le bacia il naso. Perché “Non siamo pronti” o qualsiasi cazzata che il Dawson Leery dentro di lui avesse da dire.
Passando l’ora successiva incastrato nella frase “Non è un rifiuto, lo giuro” e altri mille modi per scacciare via dalla mente il pensiero che alla fine “Ogni lasciata è persa”.
Bravo GrandeStupidoGio, ogni tanto a sberle ti ci prenderei ancora.
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