Dispetto #27 – Lo zodiaco
Da quando sono piccolo ho lasciato andare tante cose che non mi piacevano. Amici, amori, case, auto, libri e fogli di giornale. Inseguendo la serenità come fosse un’ossessione. Un ossimoro.
Non sono Buddha, non ho ancora raggiunto la perfezione e la serenità e so che non le raggiungerò mai.
Quando ho realizzato questa impossibilità mi sono interrogato su quali fossero i motivi, e alla fine c’è ne è solo uno. Sono nato sotto il segno della vergine.

Domenica 1 settembre 1985. Pomeriggio.
Mi piace pensare a quel giorno come se il mondo fosse la piazza di Torre Boldone alle 12.30. Completamente vuota.
Nelle case la gente disfava svogliatamente i bagagli di ritorno dalle ferie, qualcuno alle schiacciava una pennichella.
Nelle case, nelle strade non c’era nemmeno il rumore delle radioline per “Tutto il calcio minuto per minuto”, perché quell’anno il campionato sarebbe iniziato la settimana successiva.
Tutto era lento, dolce, silenzioso e arancione. Praticamente la perfezione.
In questo mondo silenzioso, ovattato, pigro e forse anche intimorito dal lunedì successivo, quello della ripresa del lavoro, ho visto la luce.
Sono nato senza voler dare fastidio, nonostante fosse domenica. Non ho dato grandi problemi a nessuno, nessuna notte in bianco, nessun travaglio lungo. Alle 17.00 tutto era finito, in tempo per l’aperitivo.
Domenica 1 settembre. Il giorno dei buoni propositi.
Mi è sempre piaciuta la precisione della mia data di nascita.
Ammetto che questa è sempre stata una grande soddisfazione – si capisce anche quante soddisfazioni io abbia avuto nella vita.
Quello che non sapevo era la truffa dietro questa mia data di nascita perfetta. Essere Vergine.
Non come la mamma di Gesù, ma di segno zodiacale.
Non so l’ascendete “mica come voi che calcolate la venere in 4 casa, a noi invece tocca lavorà” citando l’immenso Guzzanti ne “Il caso scafroglia”.
Già da piccolo in famiglia iniziai a sentirmi escluso per il mio segno zodiacale. Mia mamma e mia sorella sono del toro, papà e fratello del cancro. Solo io sono nato sotto questo segno infausto.
Ogni tanto questa cosa mi veniva fatta notare o la notavo da solo e io mi sentivo come Mirabel Madrigal.
Crescendo poi ho scoperto che la vergine è vittima di ZodiacShaming. Praticamente nessun segno è affine a quello dei nati tra la fine di agosto e quella di settembre.
In pratica come gli scozzesi per Willie il bidello.
Ma quali sono le caratteristiche di un uomo nato sotto il segno della Vergine?
- Pignolo
- Abitudinario
- Che sottomette le emozioni al controllo della razionalità
- Avrà sempre da ridire
- Ambisce alla perfezione
Ovviamente per questioni di marketing e personal branding ho messo solo i pregi.
Fa molto ridere come tra le caratteristiche del segno ci sia l’ambizione ad essere perfetti e poi scoprire di non poterlo essere proprio perché si è di quel segno? Sarà questa frustrazione a portare l’irascibilità che è un’altra delle nostre caratteristiche?
Più sono cresciuto più ho capito che nessuno legge l’oroscopo ma tutti sanno di doverti ostracizzare se sei nato sotto il segno della vergine.
Ricordo il mio primo colloquio per un lavoro vero.
Andai a questo colloquio pieno di speranza, nella mia incoscienza ero convinto che dopo un colloquio equivalesse ad avere già un lavoro – avessi saputo che poi sarebbe stato così.
Il caso volle che mi fui assunto.
Diventavo grande, o semplicemente sentivo di entrare nel mondo che mi apparteneva, con questo bisogno di sentirmi sempre più vecchio di quello che sono. Anche questa è una caratteristica del segno.
Non so se il senso di meraviglia per le cose sia di questo segno, ma quel giorno giuro che ero come un bimbo al luna-park. Un Max Pezzali che vede per la prima volta La Regina del Celebrità.
Facevo grandi sorrisi, rispondevo “magari” alla frase “19 anni, come sei giovane”.
Ero allegro, spensierato. Il mio primo giorno da adulto stava scivolando facilmente senza intoppi.
Sembrava che tutti mi volessero bene.
Era un’azienda di quasi 190 persone, di cui 175 donne. Ad ogni ufficio una domanda: “sei fidanzato?”, “hai delle passioni?”, “Perché non hai fatto l’università?”.
Avevo la riposta a tutto, cercando di essere brillante, simpatico, sempre entro i limiti imposti dalle stelle.
Quando arrivai davanti all’ultimo ufficio, quello commerciale, mi si parò davanti una persona che poi sarebbe diventata una delle mie migliori amiche. Lì tutto mi fu chiaro.
Conoscendola ora direi che quella domanda è la più lontana possibile da una persona come lei.
Forse mi sarei aspettato di più un “Di che partito è tuo padre?” stile Biascica. Invece dal suo arco scoccò la freccia del “Di che segno sei?”
Io, ignaro di questo ignaro di tutto – come direbbe Brunori sas in spiaggia – risposi “Sono della vergine”.
Con la stessa delicatezza che aveva il buon Dario mentre fabbricava “castelli di sabbia con paletta secchiello ed in testa un cappello”.
Gelo.
Rumori di matite cadute sulla scrivania.
Tutto al rallentatore, esattamente come il giorno in cui sono nato.
Il secondo successivo alla mia risposta probabilmente durò un mese.
Si creò nella stanza la stessa tensione che e attesa di un conduttore qualsiasi quando deve comunicare l’eliminato da un talent show.
La mia nuova capoufficio guardò la mia FuturaAmica e disse: “Non lo sapevo”, FuturaAmica rispose: “Ecco perché da te non mi sarei mai aspettata una cosa del genere”.
Ve l’ho detto che tra i difetti c’è anche l’essere permalosi? Ecco perché io risposi con una battuta che detta bene sarebbe anche una buona risposta, ma io la dissi con una punta di fastidio grande quanto l’iceberg del Titanic.
“La data di nascita però l’ho messa sul curriculum”. Fortuna mia la borbottai come faccio di solito e nessuno si accorse di nulla.
Proseguii il mio giro nel mondo dei grandi. Conscio che la vita è più difficile quando sei nato sotto il segno della Vergine. Ora però ho una consapevolezza e quando qualcuno mi fa notare qualche lato spigoloso del mio carattere la mia risposta è: “Prenditela con le stelle”, borbottando, of course.
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