Dispetto #30 – I vicini
Nella vita ci sono cose su cui abbiamo diritto di scelta tipo la fidanzata, l’università, il gusto della pizza e altre che invece vanno accettate così come arrivano.
Nessuno sceglie la famiglia o la città di nascita, tanto meno possiamo scegliere di essere in disaccordo con Andrea Scanzi, anche se Pau dei Negrita non la pensa proprio così.
Tra le tante cose che uno non può scegliere ci sono i vicini. Spesso e volentieri il motto è uno solo: il vicino è mio nemico. Se non vuoi dirlo puoi cantarlo.

Negli anni ho vissuto solo in tre case. Quella CasaNatia con i miei genitori, quella con ExMoglie e la mia attuale Garçonierre – diciamo semiGarçonierre perché vale solo metà definizione.
Dei miei attuali vicini di casa non posso praticamente dire nulla.
L’unica cosa che ricordo con il sorriso è successa durante il lockdown.
Io suono la chitarra, ma durante i mesi forzatamente chiusi in casa non l’ho toccata mai – a differenza del cibo.
Un giorno decisi che sarebbe stato il caso di fare un’eccezione alla regola. Era il 25 aprile e volevo fare un video cantando Oltre il ponte.
Mentre mi stavo impegnando tantissimo per riuscire bene nei miei 15 secondi da InstagramCelebrity sento suonare alla porta.
In quel periodo sentire il proprio campanello senza aspettare il corriere Amazon era un’emozione strana, un suono diverso per me che ero solo abituato ad ambulanze e campane.
Era la vicina del piano di sotto. Mi chiese di smetterla, perché lei aveva appena messo a dormire la sua bimba di pochi mesi e avrei rischiato di svegliarla. Non solo la vicina, ma anche la neonata.
Durata esibizione 35 secondi. Il vicino è mio nemico.
Ai tempi della CasaNatia solo di una vicina potevo dire “è mio nemico”. Una donna che ora non posso descrivere per evitare il bodyshaming, ma vi posso dire che era MoltoCurvy.
Viveva al primo piano, sul pianerottolo con noi e la SignoraDeiGatti. Il suo balcone dava sul cortile.
Io dalle 16.00 alle 18.00 sapevo di poter giocare lì.
Lei regolarmente usciva sul terrazzo per intimarmi di smettere.
A volte la palla finiva in casa sua e la signora MoltoCurvy usciva promettendo di tagliarcela.
Sono sicuro che avrebbe preferito io usassi la PlayStation o un cellulare – ahimé non esistevano, mentre ora guarda i suoi nipoti davanti ai device e spronandoli ad andare in cortile. Piccoli bimbi non fidatevi della nonna MoltoCurvy, vi bucherà la palla.
È nella casa con ExMoglie però che ho trovato i vicini peggiori. I veri nemici.
Erano dei fratelli e vivevano tutti nella stessa casa, al piano sotto il nostro. Probabilmente erano persone che avevano quella strana idea che Bizio Capocetti ha saputo smontare in poche parole.
Proprio come dice Guzzanti queste persone erano convinte di essere in qualche modo intoccabili e vivevano me come l’invasore. Senza dimenticare poi le mie origini.
I ViciniNemici erano:
- IlPapa – quello che aveva un’opinione su tutto e godeva dell’infallibilità ex cattedra
- LaPapessaXanax – la morosa de IlPapa con una evidente passione per gli psicofarmaci
- LaFantasma – una che sentivo solo parlare, spesso con se stessa o con una delle 45 voci nel suo cervello
Il mio primo incontro fu con IlPapa ad un pranzo allargato. La sua prima frase d’esordio fu “Si sa che i napoletani non vogliono lavorare”.
Quel giorno era domenica e io lavoravo da McDonlad’s. A metà pranzo mi alzai da tavola perché avevo il turno, e andando via dissi: “Ci ho provato a dire che sono di Napoli, ma loro non capiscono, sono americani”. IlPapa non fece un plissé, neanche sul fatto che me ne andai senza baciare l’anello episcopale.
Forse anche per questo vissero il mio arrivo come un attacco alla loro tranquillità, chissà cosa poteva fare un terrone nel loro feudo.
Presto detto. Secondo loro io picchiavo ExMoglie, spacciavo droga, nello specifico cocaina, e penso di essere stato anche tra gli attentatori dell’11/09.
Su tutte LaFantasma è stata la nemica peggiore, ammesso che esistesse per davvero.
Il rapporto tra me e lei cominciò un sabato pomeriggio.
Io presi in mano la chitarra – non c’erano neonati nelle vicinanze – e provai le mie canzoni. Per non dare fastidio provavo con una chitarra elettrica in cuffia, quindi da fuori mi si sentiva solo me cantare a cappella.
Ad un certo punto sento un rumore da fuori, altissimo. Sono confuso.
Smetto di suonare e cerco di capire esattamente da dove viene il tutto. Controllo il cavo, controllo le regolazioni del volume. La loop station. Tutto sembra funzionare.
Tolgo le cuffie e riconosco un vecchio pezzo dei Pooh, sparato altissimo da piano di sotto.
Tra “dammi solo un minuto, un soffio di fiato” LaFantasma che grida “Basta, questa è musica, smettila, voglio riposare”.
Io la smisi, ma il best of dei Pooh andò avanti a lungo e pensai che aveva proprio uno strano modo di rilassarsi.
Una volta iniziò a gridare fortissimo perché stavamo facendo la doccia alle 22.30. Purtroppo in quel periodo lavoravo fino alle 21.30 e prima mi era proprio impossibile lavarmi.
Un’altra ci suonò al citofono alle 5.00 del mattino perché stavamo facendo troppo casino. In quel momento eravamo immobili nel letto, persino il gatto stava dormendo. Credo di aver sognato ad alta voce.
Il vicino era veramente mio nemico.
Andai da loro e dissi solo una frase: “Se avete problemi con me chiamate i carabinieri, ma poi siete sicuri che portino via me e non voi all’ospedale psichiatrico per un TSO?”
Fu una frase ad effetto, me l’ero preparata, funzionò.
Comprarono la casa dove vivevamo per mandarci via e lasciarla vuota.
Anche se LaFantasma ogni tanto sente ancora le voci.
E laPapessaXanax? Niente, lei la potreste trovare con gli occhi sbarrati da serial killer in cantina, voi due soli. Fareste battute?
Tu come ti trovi con i tuoi vicini? Dimmelo nei commenti
Fe says:
Secondo me IlPapa non aveva minimamente capito la battuta degli americani…visto le “peffomans” delle altre 2 fenomeno, hai rischiato grosso 😉
giofattoruso says:
Ho oggettivamente rischiato la vita!
Fe says:
Sei un sopravvissuto…respect
😀
Diana says:
I vicini sono un bello spaccato di vita, a volte non solo di vita.
Bravo per esser sopravvissuto tanto elegantemente. Tre case di cui parlare, mamma mia, fermati dove sei. La neonata crescerà e forse apprezzerà la tua musica 😉