Dispetto #38 – Il primo amore
“Quanto è bello lu primmo ammore, lu secondo è più bello ancora” cantava il buon Tony Santagata.
Probabilmente è così, però il primo amore è quello che davvero non riesci a scordarti. Forse perché eri giovane, e forse perché vicino all’aggettivo primo c’era amore o appuntamento, vacanza assieme o volta.
Il mio primo amore lo ricordo ancora, lo guardo come una foto sbiadita che mi fa sorridere e mi fa pensare al tempo che a volte passa davvero troppo in fretta.

Avevamo appena svoltato il millennio. Le radio passavano Si viene e si Va di Ligabue in maniera ossessiva compulsiva. Le Torri Gemelle erano ancora al loro posto e i PC non si erano impallati per colpa del Millennium BUG.
Avevo finito il mio primo anno di superiori, arrivava l’estate, e come ogni adolescente della bergamasca l’estate significava solo fare l’animatore nei centri estivi per i bambini.
Ogni anno il Don Curato ci faceva lo stesso identico discorso all’inizio del CRE (Centro Ricreativo Estivo) che era: “Qui non si viene per fare la morosa” – una pretesa un po’ difficile quando metti 50 adolescenti d’estate per 16 ore al giorno assieme. Il bacio, la scappatella, il flirt ci scapperà sempre.
Secondo me lo diceva più come battuta, tipo “Oh il vescovo mi ha detto di dirla, voi fate finta almeno di provarci a credere dai ragazzi”.
A me è scappato il primo amore, perché nel 2000, quell’estate ho incontrato PrimoAmore.
PrimoAmore aveva già compiuto i 18 anni, io a fine estate ne avrei fatti 15. Era un amore impossibile sul nascere.
Sentivo di non avere speranze, ma se c’è una cosa che Silvio Muccino ci ha insegnato: non esiste una donna che non possa essere conquistata.
Così, io, senza nessuna conoscenza in fatto di corteggiamento e senza l’aiuto di PlayLoverAcademy provai a conquistare il cuore di PrimoAmore.
Iniziai col farmi vedere sempre più spesso in oratorio. Perché era quello il luogo dove sicuramente l’avrei trovata. Mi inventai di voler fare una Torta Cameo allo Yogurt e di andare a vedere il circo con la Puzzola Ammaestrata.
Tutte cose che non avevano niente a che fare con un’uscita romantica, ma io non avevo nessuna conoscenza se non il discorso di Richard Gere a Julia Roberts in “Se scappi ti sposo”.
Dawson’s Creek era ancora solo alla prima stagione, non ero ancora formato sull’argomento.
Ogni tanto ci guardavamo da lontano, passavamo delle giornate assieme, ma nessuno dei due faceva nessun passo avanti.
Furono due bimbe di 5 elementare ad andare da lei con il classico bigliettino “Ti vuoi mettere con me si no” dicendo fosse da parte mia. PrimoAmore disse sì. Lì capii anche che le bimbe sono più sveglie dei maschi. Anche quelle di 5 elementare rispetto a quelli in prima superiore.
Quella sera tornammo a casa assieme, felici.
Ci fermammo sulla panchina prima di casa sua lì, sotto quella luna di inizio estate e quelle stelle appese ci demmo il primo bacio.
La colonna sonora sotto di noi era ovviamente Vorrei dei Lùnapop. La canzone più romantica del momento e noi eravamo la cosa più romantica del momento.
Correvo da lei appena potevo, preparavo il mio cuore come la Volpe con il Piccolo Principe.
Non pensavo che una ragazza così potesse guardarmi, anzi una ragazza in generale potesse guardarmi.
Ero felice e sorpreso dalla vita.
Fu un amore bellissimo, era il nostro amore pronto a sudare. Ligabue era il nostro cantautore di riferimento.
Come tutti gli adolescenti festeggiavamo la prima settimana, il primo mese, il secondo etc etc
Regali per tutte le occasioni, una rosa, una gita in piscina e tutte le piccole cose che piacciono agli adolescenti.
Correvo come un pazzo per prendere il pullman delle 13:36 e riuscire a trovare lei e fare un pezzo di strada, o solo per passare 5 minuti in più assieme.
Ricordo:
il mezzo cuore regalato per i sei mesi (porta una sfiga quel coso, non regalatelo mai).
i suoi regali di compleanno.
lei a Barcellona senza cellulare ed io che le mandavo tutti i giorni un messaggio con scritto Ti amo, senza sapere che i messaggi non letti venivano cancellati in automatico dopo 24 ore e che quindi lei lesse solo l’ultimo e non gli altri.
la You&Me della Omnitel sul suo numero, ricordo il suo numero.
la prima volta dai suoi con la madre che aprì dei cioccolatini per me e io per timidezza rifiutai.
In tutto questo per me il sesso era una cosa che non ci riguardava, mi sentivo piccolo e non ancora all’altezza di questo passo. Nonostante lei avesse tre anni più di me, non aveva molta più esperienza di me nel campo. Dopotutto eravamo bimbi dell’oratorio.
La nostra prima volta arrivò solo l’anno dopo.
Colonna sonora sotto di noi era ovviamente Piccola Stella Senza Cielo, la canzone più romantica di Ligabue – il nostro cantautore di riferimento, già detto? – e noi eravamo la cosa più impacciata in quel momento, nel mondo.
Sono sicuro che ci metterei più tempo a scrivere di quella volta rispetto alla durata effettiva del momento. Io non sapevo niente, non avevo visto mai quei “video tutorial” – quel sito arancione e nero ancora non esisteva e io forse non avevo neanche internet a casa -, non avevamo mai creato intimità, non sapevo come lei fosse da nuda e lei non sapeva come lo fossi io.
Fu una cosa voluta, che doveva succedere, ma forse un po’ forzata.
Ho un po’ di rimpianti su come andò, nessuno sul con chi lo feci.
Quel giorno però fu come farlo due volte. La prima e l’ultima.
PrimoAmore ed io ci lasciammo, anzi a dire il vero la lasciai io, per poi tornare e scoprire che lei nel frattempo amava qualcun altro – che costante.
Passò in fretta quel tempo, passò senza neanche farsi apprezzare.
So che il primo amore non si scorda mai, ma credo anche, che come tutto il resto della vita, il primo amore passa troppo in fretta
Tu ricordi il primo amore? Hai voglia di scriverlo nei commenti?