Dispetto #24 – Le differenze di genere
Ieri era la Giornata internazionale della donna, volgarmente definita Festa della Donna. Personalmente mi piace più questa seconda definizione, per il fatto che si tratta di una festa.
Abbiamo 364 giorni per riflettere sulla condizione femminile, teniaomcene uno per festeggiare.
Invece è quasi sempre un giorno in cui si parla di amore, femminismo e altre sciocchezze – se non avete colto la citazione gucciniana non arrabbiatevi con me

Ad un certo punto della mia vita mi sono ritrovato a fare i conti con la mia condizione privilegiata di maschio bianco, etero e normodotato. Sono di sinistra e del sud solo per poter appartenere anche io a qualche minoranza discriminata.
Questa condizione ha molti privilegi e qualche rottura di palle.
Le rotture sono quasi tutte racchiuse nel periodo dell’infanzia.
Le bambine sono tutte più brave, più intelligenti, più mature, più diligenti etc etc di qualsiasi maschio di pari età.
Tutte cose con cui io sono cresciuto e forse anche per questo ho preso molto dalle ragazze. Mi piace imparare dai più bravi.
Quando però i privilegi dell’essere maschiobiancoeteronormodotato (d’ora in poi MBEN) sono diventati superiori alle privazioni, il mondo è venuto a bussare alla mia porta, chiedendomi di diventare alfiere di un tot di battaglie in maniera totalmente acritica.
Dovevo parteggiare questa o quella posizione perché era giusta, ma non mi era concesso fare domande per capire perché “Beh ovvio che non capisci, sei MBEN”.
Durante il lockdown del 2020 una ragazza aveva postato un articolo relativo ad un femminicidio dicendo solo “Non è possibile scrivere ancora così di un femminicidio”. Si raccontava come l’uomo/assassino sino al giorno prima postava sui social tutto il suo amore per la vittima.
La mia reazione fu: “Pensa se lei gli stava sui coglioni”, pensando quello che è ovvio, un uomo che uccide un altro essere umano, è una merda, se uccide la persona che dice di amare lo è tre volte tanto.
Mi pareva talmente chiara la situazione che chiesi cosa non andasse nell’articolo alla ragazza che lo aveva postato. Era proprio un bisogno mio di capire in cosa fossi in errore.
Cercando di far capire che condivido appieno molte delle lotte per la parità di genere, avevo proprio bisogno di capire. La risposta fu ovviamente “Ovvio che non capisci, sei MBEN. Nel 2020 devo ancora spiegare queste cose”.
Cercai di spiegare quanto fossi pentito di questa mia condizione di nascita. Una sfortuna tipo essere nato della vergine o molisano. Non puoi andare in un ufficio e cambiare questa cosa.
Nonostante il mio pentimento non ottenni mai una risposta. *
*poi ci sono arrivato da solo alla risposta
Poco dopo esplose il caso del canale telegram Stupro tua sorella. Praticamente un gruppo dove una massa di idioti pubblicava foto di ragazze provocanti e ne diceva le peggio cose.
In quanto MBEN mi veniva chiesto di dissociarmi.
Ora la domanda è spontanea: voi avete mai chiesto a vostra madre di dissociarsi da Annamaria Franzoni?
O ad un qualsiasi contadino toscano di prendere le distanze da Pacciani?
Io non devo dissociarmi da nulla, perché non sono mai stato associato a queste persone.
Non ho nemmeno il gruppo calcetto su cui girano foto di donne nude, o altri gruppi da maschioalpha.
L’unica cosa che feci fu quella di segnalare il canale e bloccare sui social i mei contatti appartenenti a quel gruppo – la punizione peggiore per qualsiasi essere umano
Erano persone che non sentivo da almeno 12 anni, non credo si siano dispiaciute, io ancor meno.
Un piccola disquisizione su questa cosa la voglio fare. Dare il mio MBEN’s POV.
Io non sono uno stinco di santo, ho fatto sexting e ho ricevuto foto di nudo in chat. (Ne ho mandate mie? No, farei pessime figure)
Prima di tutto questo c’è stato un corteggiamento, magari un aperitivo o una cena, ore in chat a parlare, fare tardi, creare fiducia, un rapporto. Una qualsiasi foto è un premio solo mio, un mio momento intimo, che voglio pensare sia solo per me. Perché mai dovrei dare tutto questo in pasto ad una massa di beoti su un gruppo telegram?
Lo so che non è questo il motivo per cui quei gruppi andrebbero aboliti, però questo è un MBEN’s POV, cosa vuoi che capisca?
La cosa peggiore è quando l’amore, il femminismo e le sciocchezze si fondono.
Per anni ho avuto una compagna di vita dichiaratamente femminista ed io ho appoggiato con piacere e decisione tutte le sue battaglie.
Ho dipinto panchine di rosso, sono stato a spettacoli dove un altro MBEN distruggeva “Ho sceso dandoti il braccio…”, ho tenuto il cartello “Siamo tutti trans” nella piazza centrale di Bergamo con fierezza e imbarazzo.
Tutte cose che rifarei, anche da single, con la stessa convinzione.
Finita la nostra storia sono diventato il nemico MBEN.
Cose che prima erano normali, tipo mettersi d’accordo su orari per vedersi, diventarono terreno di rivendicazione di genere.
Un dialogo tra noi due si svolse così:
- Io: “Puoi venire a prendere le tue cose a casa mia tra le 14.00 e le 17.00”
- Lei: “Ok”
- Io: “A che ora pensi di venire?”
- Lei: “13.00”
- Io: “Scusa, ma ti ho detto 14-17, alle 13 non posso”
- Lei: “Non sei a dirmi tu cosa devo fare io”
Pronunciò l’ultima frase come fosse uno slogan da manifestazione. Io rimasi basito. Avrei voluto dirle “Guarda non è una questione di imporre la mia posizione di MBEN, è che proprio a quell’ora non puoi venire”.
In quel momento mi apparve Michela Murgia vestita da Savonarola e io capii rischio di mansplaining era troppo forte, mi dissi “Stai zitto”, facendo anche stop con la mano.
Ovviamente non ci siamo mai incontrati e le sue cose sono ancora da me. A questo proposito vendo una bici graziella da donna (si chiama così non faccio distinzioni di genere con le biciclette), nera, freni a bacchetta.
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