Cosa fai a Capodanno?

Tempo di Lettura: 4 minuti

Dispetto #15 – L’ultimo dell’anno

Arrivati a questo punto dell’anno c’è un’unica frase che riecheggia nell’aria: cosa fai a Capodanno? Una domanda antipatica, qualcuno la inizia a fare già dal 01 novembre, altri subito dopo aver fatto l’albero di Natale. Nessuno sa mai la risposta.
Io, ovviamente, appartengo alla categoria dei pigri, e fino a dopo Natale non ho quasi mai idea di cosa fare.
So che la risposta è dentro di me e però purtroppo è sbagliata (cit.)

Cosa fai a Capodanno? Vorrei suonare

Da quando ho iniziato a fare concerti il mio sogno è sempre stato quello di suonare a San Silvestro. Mi sarebbe piaciuto sentirmi un po’ come Orietta Berti in diretta su Rai 1 con lo speciale presentato da Carlo Conti. Invece negli anni ho sempre ripiegato su piani B più o meno riusciti.

Fino alla prima adolescenza ho passato il veglione con i miei genitori a casa di amici. Mi ritrovato in situazioni in cui gli adulti facevano giochi alcolici e io non potevo bere.
Il primo Capodanno fuori casa fu con amici dell’oratorio, in montagna. Scoprì in seguito di essere parte di un pericoloso gruppo sovversivo che aveva organizzato un veglione alternativo a quello ufficiale della Parrocchia. Ribelli, rivoluzionari e forse simpatizzanti per il diavolo.
Io all’epoca avevo una fidanzata, e l’unico ricordo che ho di quella sera ero io in un sacco a pelo a ripetere: “Facciamo sesso? Ti va di fare sesso?”, non l’avevamo mai fatto e mi sembrava ovvio farlo quella sera, e invece…

Il Capodanno perfetto è fatto da una tavolata di amici, buon cibo, il vino passa velocemente dalle bottiglie ai bicchieri e alla fine si festeggia tutti assieme a mezzanotte, poi si continua a mangiare, ridere e bere.

Una volta, organizzai il Capodanno perfetto in casa mia. Con i miei amici e cibo buonissimo – perché ho degli amici veramente bravi in cucina.
Mentre ero sul divano intento a capire perché Gin e Lemon Soda stessero così bene assieme, vidi passare una coppia di invitati davanti a me. Lei fece ampi gesti dicendo “Tu per me sei aria, ossigeno”. Lui cercava di fermarla. Da buon fan degli Afterhours pensai fosse una citazione. Del sano romanticismo underground che sarebbe dovuto esplodere in un bacio lungo un sogno. Per questo fui molto sorpreso quando li vidi dividersi, arrivare quasi alle mani e lei prendere l’uscio senza salutare nessuno.
Lui restò con noi per il resto della serata, in lacrime, nel misto della tristezza data dalla sbronza e dai sentimenti. Quasi nessuno se la sentì più di ridere.

Di quella sera resta però la granitica frase di uno di noi nel tentativo di consolarlo: “Beh, se non reggi non bere”.

Negli anni poi si sono susseguiti Capodanni poco soddisfacenti:

  • In discoteca, un posto che odio e ci andai solo per amore. Alle 4.30 implorai il buttafuori di cacciarmi
  • A casa mia, con solo ragazze amiche di vecchia data, una delle invitate scoprì il che il mio nome non è Giorgio, mi conosceva dai sei anni. Fu la cosa più eccitante della serata
  • A casa di amici, al mattino litigarono e tutto rischiò di saltare. Lui ci tenne a chiamarmi e dire “Tranquillo, dopo la litigata viene la scop… e risolvo tutto”. Passai la serata a guardare la casa attorno a me cercando di evitare il posto dove si era consumato l’armistizio tra i due.
    Sul divano dove ero seduto, sul letto dove c’era la mia giacca, sul tavolo dove c’era il cibo.

Ci fu un anno in cui le aspettative verso il 31 dicembre erano altissime. Sapevo già cosa rispondere al “Cosa fai a Capodanno” il 28 di agosto. Anzi mi vantavo con gli amici: “Dai chiedimi ‘Cosa fai a Capodanno?'” e poi tutto felice rispondevo: “Vado a New York”.
Ero emozionantissimo.
La partenza era prevista dalle 07.00 del mattino da Malpensa, per quel tipo di volo significava doversi presentare alle 04.00, noi eravamo in aeroporto dalle 2.30. Tipo Max Pezzali, ma senza i tappetini nuovi e l’arbre magique.
Non vedavamo l’ora di partire. Ovviamente volevamo andare in Times Square a vedere il Ball Drop. Un’idea originalissima venuta solo a noi e ad un altro milione di persone. Con la differenza che gli altri avevano preso posto in piazza dalla mattina.

Eravamo in un appartamento del Queens, uno di quelli con le scale anti-incendio ed io rimasi alla finestra sperando di vedere arrivare Bruce Willis in fuga Marsellus Wallace.
Sembrava tutto surreale, erano le 17.00 – anzi 5.00 pm – e vedevo dalle stories Instagram gente intenta a mangiare e fare il conto alla rovescia, come se mi stessero svelando cosa sarebbe successo di lì a poco. Intorno alle 6.00 pm iniziavamo a ricevere auguri di buon 2019, ma noi eravamo ancora nel 2018. Mi sentivo Fantozzi alla festa della Megaditta
Decidemmo di fare un pisolino per ricaricarci.
Ci svegliammo alle 10.30 pm in ritardo per fare qualsiasi cosa, ci cambiammo al volo nella fretta assoluta. Prendemmo l’ultima metro disponibile per Times Square. Dentro di me iniziava ad esserci un misto di ansia e eccitazione, per quello che sarebbe stato sicuramente il Capodanno più indimenticabile della mia vita.

Appena arrivati dovemmo fare il giro di 5 isolati prima di poter vedere qualcosa. La presi per mano, correvo incontro alla felicità, ero nel posto dove tutti avrebbero voluto essere.
Alle 11.57 pm, ci fermarono davanti a Bryant Park, vedendo da molto molto lontano lo spettacolo. Non faceva molta differenza, volevo vivere quell’emozione. Ero pronto ad esplodere il mio “Happy New Year” in coro con un milione di sconosciuti.
Cercavo di farmi spazio tra la folla, per poter vedere qualcosa. Mentre lo facevo vidi dieci bagliori rossi riflessi su un grattacielo H&M. Un grande urlo arrivare dalla piazza. Poco dopo la gente cominciò ad andare via.

Io non capivo, ero immobile tra la 42st e la 6av. La gente mi attraversa come fossi un ectoplasma. Dove era la mia festa? Il coro di un milione di persone? Gli abbracci con gli sconosciuti? Era arrivato il nuovo anno e non ce ne eravamo accorti.

Sulla strada di ritorno a casa ero deluso, come quando stappi il vino buono e poi sa di aceto. Lei vicino a me visibilmente contrariata. Mi guardava con l’aria di chi “se tu avessi fatto come dicevo io avremmo passato un bel Capodanno”. Fu un susseguirsi di “Te lo dicevo che era meglio Coney Island”, “Potevamo andare nel pub vicino casa e vederlo lì”. In loop.
Ero frastornato, eravamo nella città dove tutti avrebbero voluto essere e non eravamo meravigliati. Quella volta ero sicuro di poter essere dalla parte del giusto e invece aveva avuto ragione ancora lei. Fu difficilissimo ammetterlo. Avevo sbagliato un rigore a porta vuota.

Per me fu solo la dimostrazione che scegliere cosa fare con così tanto anticipo porta ad avere aspettative deluse. Per questo ad oggi io non so ancora cosa farò a Capodanno, almeno non potrò deludere nessuna aspettativa.

Seguimi anche su Facebook per commentare e trovare tanti nuovi contenuti.

Condividi

2 thoughts on “Cosa fai a Capodanno?

  • Capodanno, odio capodanno. Allo scoccare della mezzanotte mi viene in mente solo che da quel momento in poi, molte tasse e costi fissi sono probabilmente aumentati (benzina, autostrada, magari gas e luce, ….).
    Ho deciso di scrivere il mio appunto per criticarti, sempre in senso scherzoso e sereno. Ti critico con questo post, dimostrandoti che non sei un vero Terrone!
    Data: Capodanno di almeno una decina di anni fa, credo avessi 20 anni
    Luogo: New York
    Presenti: Io, mio padre, mio zio e mio cugino (tutti terroni)
    La sera del 31 usciamo per strada senza minima organizzazione. Di culo troviamo un pub dove abbiamo mangiato e bevuto tutta sera. Verso le 23 (credo) nuovamente senza organizzazione cerchiamo di posizionarci per vedere sta cazzo di palla che scende. Nulla da fare tutti gli accessi alla via principale sono bloccati da poliziotti e transenne, che ci dicono che dovevamo metterci in fila dal mattino, in quelle specie di aree recintate.” Va beh siamo arrivati fin qui e non vedremo sta palla” pensai;
    Ma mio padre da terrone puro non demorde, credo fossero le 23.55 prende di mira un poliziotto che bloccava un’accesso alla via principale, senza un minimo di inglese, un italiano scarso e un dialetto meridionale ottimo, devasta a parole il poliziotto che per sfinimento ci lascia passare. Ci posizioniamo tra i blocchi in posizione tranquilla, senza essere ammassati con nessuno, senza aver fatto fila per ore e ci godiamo questo spettacolo mediocre, la palla scende e poco dopo ci giriamo per guardare i fuochi d’artificio su Central Park.
    Naturalmente sconsiglio di visitare New York essendoci città migliori da visitare! Andate ad Edinburgo 
    Nei tuoi messaggi Giò leggo bassa autostima! Devi lavorarci su! L’ho capito non perché sono intelligente ma perché vado anche io dallo psicologo.
    A presto!

    • giofattoruso says:

      Ciao,
      direi che per il capodanno 2022 andiamo tutti ad Edinburgo con tuo padre 🙂
      Io prometto ci metterò più autostima!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: