come ci si bacia

Come ci si bacia?

Tempo di Lettura: 5 minuti

Dispetto #34 – Le lunghe astinenze

Nella mia vita ho avuto quasi sempre relazioni lunghe, una è anche sfociata in un matrimonio. È stata una storia durata più di 11 anni e poco dopo ne è iniziata un’altra durata quasi 2.
Ho fatto il curriculum degli ultimi anni solo per dire che sono stati veramente pochi i momenti in cui sono stato single a lungo.
Però è successo di restare “Senza una donna” a lungo, quando è capitato di trovarmi di nuovo con una ragazza dopo tanto tempo non mi sono ricordato cosa fare, mi sono mancate le basi, tanto da chiedermi “Come ci si bacia?”

come ci si bacia?
Come ci si bacia, ho preso appunti

Baciare è uno dei miei gesti preferiti.
Lo trovo un momento intimo, forse più di tante altre cose che si possono fare tra due persone adulte e consenzienti.
Il primo bacio con una persona è la realizzazione di un desiderio, il punto di arrivo e partenza, il click che fa cambiare tutto.
Succede soprattutto in due modi:

  • Si è abbracciati e poi ci si ritrova magicamente uniti
  • Ci si guarda negli occhi e si fa quella che è l’unica cosa sensata in quel momento

Ricordo molti baci, perché il loro bello, più ancora del sesso, è la capacità di essere indimenticabili.
Sarà che probabilmente il cervello è più presente, o che ci si possa baciare in praticamente tutti i luoghi, mentre far l’amore un po’ meno – a patto di non essere Valerio Scanu.
Posso quasi tranquillamente dire di ricordarmi tutti i primi baci dati alle ragazze.
Sicuramente non possono non ricordare un bacio dato al PrimoMaggio di Roma nel 2008, uno di quelli anticipati dallo sguardo. Uno di quelli che poi è difficile staccarsi.

La spontaneità, la loro incredibile capacità di arrivare quando non te lo saresti aspettato.
Una volta in un parco un amico disse a me e a una ragazza: “Va beh, allora mi giro e voi baciatevi” e noi guardandoci negli occhi capimmo che era l’unica cosa giusta da fare. Forse ci serviva solo qualcuno pronto a darci il via, infatti poi andammo avanti per un po’. Circa un paio di anni
Ne ricordo un altro dato in auto. Eravamo abbracciati, senza dire niente. Avrei potuto contarle i battiti del cuore in quel silenzio.
Ricordo solo di essere andato indietro come a togliermi dall’abbraccio, invece mi ritrovai sulle sue labbra.
Infine il suo sorriso come a dire “È successo”

Come detto però, dopo un lungo periodo di “astinenza” può capitare di dimenticarsi come si faccia. Esattamente come Peter Griffin con il sedersi.
A me è capitato, una sera di marzo del 2006.

Quando ho parlato dell’amore ai tempi della chat avevo accennato alla mia PersonaDelCuore.
Ci aveva unito la passione per Ligabue e per gli Afterhours, eravamo figli di emigranti dal sud e i nostri genitori venivano da due paesi praticamente confinanti.

A marzo del 2006 ormai ci sentivamo da un mese e la nostra intesa era totale.
Ci scambiavamo le reciproche debolezze, le preoccupazioni per l’instabilità economiche delle nostre famiglie, la voglia di innamorarci di nuovo e la rabbia dei 20 anni.
Volevamo cambiare il mondo e stavamo solo cercando di capire come.

PersonaDelCuore viveva in Toscana e decise di prendere il treno assieme alla sorella per venire con me e alcuni amici ad una notte bianca a Milano.
Arrivati in castello Sforzesco ci trovammo e fu bello riabbracciarci dopo tanto tempo. Anzi in realtà credo fosse la prima volta dopo esserci conosciuti ad un concerto di Ligabue.

Ad attenderci c’era un grande Paolo Meneguzzi pronto a dire che era “vero che sei la sola, vero che ti ho tradita falso è stato un gioco falso io lì non c’ero vero”, ma soprattutto era pronto a dedicare una canzone a tutte quelle che si chiamavano Sara.
Fu veramente dura farsi largo tra la folla e i VeroFalso lanciati dal palco dal buon Paolo. Però riuscimmo a scappare e passeggiare fino in San Babila.
Lì suonava Mauro Pagani e c’era anche Gino Strada a cui chiediamo degli autografi e delle foto scattate con una macchinetta digitale.

Io e lei passammo la serata praticamente sempre assieme, giocando, scherzando, facendo crescere la nostra complicità.
Poco dopo in Duomo il presentatore chiamò sul palco il cantante del momento Paolo Meneguzzi pronto a dire che era “vero che sei la sola, vero che ti ho tradita falso è stato un gioco falso io lì non c’ero vero”, ma soprattutto era pronto a dedicare una canzone a tutte quelle che si chiamavano Sara.
Ci trovammo nuovamente davanti a questo ostacolo da superare, ma dovevamo farlo perché più avanti c’era il deejay set di Boosta – il tastierista, a differenza di quello citato dai Cornoltis

Piroette tra fan estasiate, mamme di fan estasiate e nonne che passavano di lì per caso. Rischiando di essere infilzati dalle dita a V del balletto della canzone – cosa potrebbe essere oggi con TikTok non voglio nemmeno immaginarlo.
Superare quel tipo di folla per due volte in una sera forse ci rese ancora più complici.

Decidemmo di scappare lontano da Paolo e dai suoi fans e andare alla fiera di Rho, perché quella sera c’era la Fiera della Birra e tutte le birre erano gratis.

Avevo bevuto tantissimo e in pochissimo tempo, potevo dire di essere dignitosamente brillo, quando tornammo in stazione centrale.
Lei aveva il treno per tornare a Firenze intorno alle 8 del mattino.
Ricordo perfettamente noi due abbracciati al binario, come nella scena di un film d’amore.
Il treno che arriva, sua sorella che va a prendere posto e la chiama, ma lei è abbracciata a me e io a lei.

Non c’era niente che potesse dividerci, niente che non fossimo noi due sospesi nel tempo e nel climax della nostra relazione.
L’attimo in cui ci guardammo negli occhi durò un secondo e un’eternità. In quel momento prima di capire che stava per succedere in testa le nostre labbra trovarono un punto d’incontro nell’aria di una fredda mattina milanese di inizio primavera.

Come tutti i primi baci, anche il mio e quello di PersonaDelCuore iniziò con le bocche che si accarezzano, si cercano e poi si uniscono e poi viene il momento della lingua. Fu proprio in quel momento, quello che doveva essere il punto più alto di quell’esperienza che mi dissi “Come ci si bacia?”.

Il sonno, l’alcool, non so, avevo un totale vuoto di memoria. In quel momento volevo essere lì, non rinnegherò mai questo, però non mi ricordavo assolutamente cosa fare.
Una sensazione durata pochissimo che però a distanza di più di 15 anni ancora ricordo.

Lei andò al suo treno, io lo guardai andare via pensando Pieraccioni in quella scena de Il Ciclone:

E lì alla stazione pensai che i treni son fatti apposta per gli addii. Partono piano, lenti lenti, tu hai tutto il tempo per pensare a chi sta partendo.

Ci saremmo mai più rivisti? E se quello fosse stato il nostro primo e ultimo bacio?
Mentre mi uccidevo in questi pensieri una voce annunciava il grande Paolo Meneguzzi pronto a dire che era “vero che sei la sola, vero che ti ho tradita falso è stato un gioco falso io lì non c’ero vero”, ma soprattutto era pronto a dedicare una canzone a tutte quelle che si chiamavano Sara.

Perché alla fine la vita per ogni momento bello ti regala sempre una nuova sfida.
Eccomi Paolo e fan, sono pronto a passare in mezzo a voi per tornare a casa.

Ricordi il tuo più bel primo bacio? Ti va di raccontarmelo nei commenti?

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2 thoughts on “Come ci si bacia?

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