Dispetto #10 – Ghosting
“Ci sentiamo uno di questi giorni” o peggio ancora “Ci aggiorniamo settimana prossima”. Sono alucne delle frasi chiave per capire come tu e quella persona non vi sentirete mai più.
Il ghosting è uno dei dispetti più antipatici che la vita possa riservare

Docce che durano tre anni, viaggi in macchina lunghi sei mesi, un like all’ultimo messaggio. La ghostata ti arriva quando meno te lo aspetti.
Prima del ghosting però c’è un momento per sognatori, quello dell’idealizzazione.
È la parte che preferisco di un flirt basato esclusivamente sui messaggi. La persona dall’altro lato non ha nessun difetto. Ha la voce giusta, le parole al gusto di caramella, si può persino sentire il profumo della sua pelle solo socchiudendo un po’ gli occhi. Tutto questo senza essersi mai incontrati.
Il ghosting l’ho subito anche io.
Era un periodo della mia vita in cui grazie ai social network stavo ritrovando molte vecchie conoscenze e con una in particolare cominciammo, quasi per caso, a scriverci tutti i giorni.
Ci messaggiavamo a tutte le ore, parlavamo di qualsiasi cosa: del suo lavoro, del mio, dei tempi andati, di come ci eravamo conosciuti, di cosa avremmo fatto al nostro primo incontro. Ci scrivevamo anche dei nostri flirt, lo facevamo quasi come a dire “ti sto aspettando”
Ero in una bolla tale da non capire più cosa fosse vero e cosa no. Avevo perso completamente la bussola, rifiutavo cose reali in cambio di qualcosa vero solo nella mia testa. Ero arrivato a pensare di trasferirmi nella sua città, di cambiare tutta la mia vita solo per lei.
Poi lei andò in trasferta per una settimana e iniziò a farsi sentire con il contagocce. Mi scriveva poco e con frasi spigolose, quasi ostili. Io pensai fosse solo lo stress per il lavoro.
Quando tornò sperai di riprendere da dove ci eravamo lasciati, invece le risposte furono sempre più secche e brevi, sino a sparire completamente.
Capii di essere rimasto solo alla Fonte del Sogno senza neanche una Valeria Marini a farmi da Spirito Guida.
Il ritorno alla realtà fu difficile, soprattutto per uno come me che vuole capire sempre ogni cosa nei minimi dettagli.
Rimuginai su quella situazione per giorni, forse mesi, anche oggi a distanza di anni se potessi cercherei di scoprire cosa sia successo nei giorni di quella trasferta.
Quella volta ci rimasi molto male, forse perché fu la prima, o forse perché i miei livelli di idealizzazione erano a livello Dante/Beatrice. Altre volte mi è capitato di uscire con ragazze che poi hanno tagliato i rapporti – in quel caso non credo si possa parlare di ghosting, penso sia più una friendzone – però non sentii quel dolore così forte.
La fortuna è stata avere una realtà a cui appoggiarsi, in cui qualcosa che è stato perfetto solo nella mia testa non esiste. Serve solo un piccolo periodo di “riabilitazione spirituale”, anche se quello dell’idealizzazione è un errore che ho rifatto tante volte negli anni.
E tu, hai mai ghostato qualcuno? Scrivi solo Sì o No nei commenti, tanto sono anonimi