Auguri e figli maschi

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Dispetto #6 – Le aspettative

Su un ragazzino si riversano tutte le aspettative dei genitori, l’impossibilità di sentirsi debole, soprattutto la sopravvivenza della specie. Uno dei peggiori auguri che si possano fare ai matrimoni è “Auguri e figli maschi“.
Per la nostra società prima del matrimonio il sesso è solo un modo di dimostrare la propria virilità, dopo per far vedere quanto tu sia adatto alla prosecuzione della specie.

Auguri e figli

Ho avuto una vita matrimoniale abbastanza breve, è durata solo tre anni, ma dopo i primi sei mesi di tregua in molti continuavano a chiederci “Quando fate un figlio?”, solitamente rispondevo:

Forse fino a poco tempo fa era una domanda quasi normale, perché dopo il matrimonio fare un figlio era scontato. Quello che molti non sanno è che va a toccare lati molto sensibili. Ti fa sentire inadeguato per una cosa naturale, anzi la più naturale del mondo.
Noi cresciuti con le domande del cioè probabilmente siamo convinti che basti masturbarsi, dare la mano a lei e sperare non si faccia il bidet per non rischiare la gravidanza. Quando veniamo a contatto con la realtà scopriamo le difficoltà.
Ci sono stati dei momenti di speranza, altri di grande sconforto. L’orgasmo non era più il naturale climax di un rapporto, ma solo il dovere maschile della riproduzione. Alcune sere speravo lei non volesse farlo perché non mi sentivo pronto. Non mi sentivo all’altezza, avevo paura di fallire.

Ad un certo punto decisi di fare dei controlli al mio apparato genitale. Per me fu molto dura mettere in discussione la mia capacità riproduttiva. Iniziai con una visita; mentre l’urologo controllava i miei testicoli e mi disse: “Controlliamo la prostata” io risposi: “Considerando cosa sta tenendo in mano, non penso di essere nella posizione di contraddirla”, non lo fece ridere e mi prescrisse uno spermiogramma. L’esame che ti dice se sei fertile o meno, se “Auguri e figli maschi” si sia trasformata in una maledizione.

Fare uno spermiogramma a Bergamo è un mezzo calvario. Sarà che l’ospedale si chiama Papa Giovanni XXIII e quindi la masturbazione non è vista di buon occhio.
Il giorno dell’esame mi sentivo colpevole ancora prima di entrare in ospedale. L’infermiera mi guardò con aria di giudizio, mi face il questionario per scoprire se potevo fare o meno l’esame e poi mi diede la provetta con una raccomandazione scandita due volte a voce alta: “Serve tutta, T-U-T-T-A”.
Per poter svolgere l’esame non c’erano stanze adatte ma solo i bagni pubblici. Sentivo un forte disagio, tra il luogo, la frase dell’EsigenteInfermiera e in quel momento, inutile dirlo, non stavo provando nessuna eccitazione.
Io che ho sempre pensato di essere campione mondiale in quella pratica mi ritrovavo a fallire proprio nel giorno in cui mi veniva chiesto per esigenze mediche.

Uscito dal bagno tornai dall’EsigenteInfermiera per restituirle la provetta, ma lei mi disse di aspettare. Sembrava godere nel mettermi in imbarazzo. Dentro la mia testa fu chiaro, il camice si stava trasformando in una tuta in latex attillata e frustino pronta a farmi del male. Non era più un’EsigenteInfermiera, era una SadoInfermiera. Prese il mio campione dopo cinque vergognosi minuti passati in corridoio con un vasetto di sperma in mano e un via vai di persone davanti a me.

Era il 25 settembre del 2018 quando arrivò il referto. Ricordo che nel referto c’era scritto “Dispermia”. Ovviamente sono andato su Google, ho cercato cosa volesse dire, e il primo risultato correlato era “Infertilità”.
Ho sentito il mondo crollarmi addosso, mi sono chiesto perché quella che allora era mia moglie sarebbe dovuta stare con me. (Domanda che poi si è fatta e infatti è ex moglie).
Scrissi una mail alla dottoressa sperando avesse invertito le provette, cosa volesse dire con quella diagnosi, perché nel campo “fertile/non fertile” non c’era nessuna dicitura. 

Passai 5 ore a trattenere le lacrime – perché comunque ad un uomo piangere non è concessoandai dal dottore, che provò a tranquillizzarmi, ma lui non aveva usato google e quindi non gli credevo. Aspettai l’arrivo della risposta della dottoressa. Mi disse che la dicitura significava che non c’era abbastanza campione per poter effettuare tutte le analisi necessarie. 
In quelle 5 ore, quelle cinque lunghissime ore io sono solo stato un pezzo difettoso da buttare via.

Ad oggi non so ancora se io sia o meno in grado di poter procreare, non è neanche più un problema che mi pongo. Sicuramente “auguri e figli maschi” non è più una frase che dico ad un matrimonio, forse neanche “Auguri e figli” e nemmeno “Auguri”.
Solitamente dico “Siate felici”, mi sembra più sincero.

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